Il 29 luglio alle 1630 presenteremo Chenditrì in Val di Sole nella splendida cornice della Valle di Sole , nell’ambito della “Festa Biodiversa” organizzata dalla Rete Riserve dell’Alto Noce, MUSE – Museo delle Scienze
Parco Nazionale dello Stelvio – Trentino
Uno spettacolo dalla tematica calda, attualissima e assai drammatica, quella del disastro ambientale, ma anche dalla forte componente antropologica.
Le massicce coltivazioni di soia, olio di palma, caffè, mais, canna da zucchero non solo riducono la biodiversità dei Paesi oggetto di questo sfruttamento, ma rappresentano un fattore di disgregazione per le comunità che li abitano, come capita in Mali, ma anche, ben più vicino a noi, in Italia, ad esempio nella Pianura Padana.
“Come può allora uno spettacolo parlare ai bambini dello sfruttamento della terra che, devastando antiche e tradizionali coltivazioni, impone prodotti favorendo le grandi industrie occidentali e giapponesi?
Certo non è semplice, poiché la tematica potrebbe risultare troppo estranea e lontana ai loro interessi.
Ma anche in questo il Teatro Nucleo ha vinto la sfida. Il linguaggio utilizzato, sia dal punto di vista attoriale che drammaturgico, è semplice, coerente ed efficace.
I bambini vivono la prepotenza di Langmann, protagonista “cattivo” che impone con l’inganno la coltivazione dell’albero di caramelle nel paese immaginario di Balalla. Un albero quasi miracoloso, così lo pubblicizza Langmann (interpretato magistralmente da Natasha Czertok) alla contadina locale Idrissa (la giovane Martina Pagliucoli), ultima contadina rimasta, apparentemente fragile ma che saprà risolvere con intelligenza la spinosa questione.
Idrissa è un personaggio che mette a fuoco, al di là di falsi buonismi e senza cadere nei clichè rappresentativi di una classe sociale, una realtà antropologica, umana e storica. Un personaggio sfaccettato e difficile da far vivere. La Pagliucoli riesce a donarle i mille colori della personalità, quasi in rappresentanza di tutti quegli “ultimi” contadini che in giro per il mondo lottano per le loro terre.”
Recensione di Manuela Rossetti per Krapp’s Las Post