Mascarò (1994)

Mascarò (1994)
Messa in scena e Musiche
Cora Herrendorf
Drammaturgia Cora Herrendorf e Horacio Czertok
Scenografia e Costumi Teatro Nucleo
Attrici/Attori Teatro Nucleo

“Non siamo morti senza un progetto,
senza lasciare una eredità.
Siamo tornati alla terra,
da dove ancora torneremo a vivere…
Presto vedremo il giorno colmo di felicità,
le imbarcazioni dei conquistatori
allontanarsi per sempre…
Chi ama non muore mai.”

Gioconda Belli

Un intenso, corale, incalzante spettacolo di piazza, fra canti e musiche, fiamme e tamburi, fumi e bagliori.

Il Tango della Conquista, il Tango dei Migranti, il Tango della Ribellione, il Tango del Terrore.

Lo spettacolo sfoglia, incessante, pagine di Storia Argentina: le sanguinarie conquiste del Cinquecento e le migrazioni di massa dell’Ottocento, i diritti umani violati e la ribellione contro il sopruso, la disperata ricerca dei desaparecidos e la repressione inumana che annienta un’intera generazione.

Alti sui trampoli o veloci e volteggianti su pattini a rotelle, roteando fiaccole o valigie, avvolti in neri mantelli o in sgargianti costumi; sulla scena si sprigiona una forza straordinaria, che si affida alla capacità degli attori di trasmettere la loro fiducia nella possibilità dell’arte di trasformare l’animo umano.



Recensioni

…un lungo applauso sancisce il successo dello spettacolo. Con occhi ancora abbagliati guardiamo la piazza, i gradini, gli spazi che hanno ospitato l’evento non ancora sopito nelle nostre menti. Per terra i resti bruciacchiati di qualche foglio sparso. Leggiamo: si trata della cronistoria della scomparsa di Conti, torturato e ucciso dalla polizia argentina. Lo spettacolo è finito, tutto tace, ma non la nostra coscienza…
Un Teatro costruito su momenti corali di grande impatto estetico e simbolico. Il messaggio trasmesso è forte e chiaro: il bisogno di riscoprire il sogno, la fantasia, l’ignoto, l’istinto di portare allo scoperto le zone d’ombra della coscienza umana, il desiderio irrefrenabile di nuove condizioni esistenziali, non più irrigidite in un gioco prestabilito di rapporti sociali, una fuga in avanti che non abbandona però la realtà e la verità della Storia…
L’Arena, Verona (I)

…Mascarò è una macchina inesauribile di idee e effetti. Si apre con una sontuosa processione di splendidi costumi che rivestono le figure gigantesche degli occidentali e prelude alla fine con un gruppo di emigranti su pattini a rotelle, che hanno qualcosa di Kantor e qualcosa di Fellini…
La Nuova, Ferrara (I)

…un elegante e affascinante tempesta di suggestioni visive e sonore, Canti di una forza immensa, tamburi dai toni prorompenti e le musiche di Cora Herrendorf hanno scandito ogni secondo dello spettacolo, incantando il pubblico almeno quanto le coreografie. Nei prolungati applausi e nelle grida di estusiasmo, il Nucleo ha ricevuto il tributo e il ringraziamento per quello che è stato un indimenticabile viaggio nelle metafore e nell’allegorica storia di milioni di uomini…
Il Corriere delle Alpi, Belluno (I)

….una sequenza incalzante di situazioni presentate con uno spessore da incubo e un’espressività arcaica, non solo grazie all’utilizzo perfetto di fumo, pirotecnica, luce, musiche rituali: l’intensità delle azioni, grida e gesti elementari, tutto ciò produce brividi. La danza della rivolta con le sedie, il girovagare disperato degli emigranti, ricordavano il linguaggio gestuale incisivo della scuola di danza espressiva di Mary Wigman degli anni ’20….il Teatro Nucleo ha toccato stasera le anime degli spettatori, che non volevano più smettere di applaudire……”
Munchener Merkur, Germering (D)

…è uno spettacolo forte, intimamente legato alle corde di Cora Herrendorf e Horacio Czertok, i due esuli argentini che più di venti anni fa approdarono in Italia e che ancora oggi sono le anime di questo gruppo, la realtà più interessante e teatralmente nuova del teatro di strada visibile in Italia. Dai conquistadores alle Madri di Plaza de Mayo, il destino dei popoli latino-americani viene elevato con eleganza, forza e intelligenza scenica, a destino dell’uomo…
Il Corriere Adriatico, Urbino (I)

….canti, danze, musiche, fiamme, tamburi, fumi, luci, lo spettacolo propone momenti di intensa emozione. Si, “Mascarò” mostra la terribile realtà della storia, della vita, ma porta in sé un messaggio di speranza di trasformazione della condizione umana…
La Dépeche, Bagneres de Bigorre (F)

…fra le più impressionanti c’è la scena della ribellione, piena di pathos….cinque attori in jeans e maglietta, con i volti coperti da fazzoletti, fanno appassionanti discussioni nella strada e manifestano. Gli unici oggetti scenografici che utilizzano sono semplici sedie di legno. I rivoluzionari si siedono, cambiano repentinamente di posto, si nascondono, si lanciano le sedie l’un con l’altro, minacciano e affrontano le immaginarie autorità. Non ho visto mai in nessun spettacolo polacco una così giusta, esatta e dinamica immagine della rivolta e della cospirazione…..
Gazeta Wiborcza, Varsavia (PL)

…immagini potenti cariche di emozioni assalgono dal primo momento gli spettatori…tutto si fa semplice sentire e non c’è bisogno di parole che spieghino…alla fine piove cenere, le fiamme divorano i libri, una casa. Niente di più forte e più crudele, la fine della fantasia, della speranza la fine di “Mascarò”, di questa allegoria scenica sulla dittatura militare argentina…
Dülmener Zeitung, Dülmen (D)