Per radicare il teatro nel territorio di Pontelagoscuro inizia nel 2005 il progetto di teatro comunitario che porta alla nascita del Gruppo di Teatro Comunitario di Pontelagoscuro, con circa 80 partecipanti tra i 4 e gli 80 anni, con la guida e la regia di Antonio Tassinari (storico attore e formatore della compagnia scomparso nel 2014) che per 10 anni si riunisce ogni settimana e da vita a spettacoli e progetti.
“ Il Paese che non c’è – vita, storia e memoria di Pontelagoscuro ”, è questo il nome di un interessante e appassionante progetto di teatro comunitario ideato e sostenuto dal Teatro Nucleo e dal piccolo borgo/quartiere di Pontelagoscuro (Fe). Di fronte a una cittadina “morente” e in evidente crisi di identità, dovuta anche ai suoi precedenti storici fortemente destabilizzanti, il Teatro Nucleo ha deciso di proporre all’intero paese un percorso volto al recupero della memoria, memoria personale da una parte ma anche memoria storica e antica. Il progetto si è svolto in un arco temporale piuttosto ampio, un anno circa, e ha ottenuto notevole riscontro in ogni generazione attualmente residente nel paese. Ho avuto modo di osservare il risultato del progetto e di assistere in diretta al recupero dell’identità comunitaria di Pontelagoscuro, ho osservato le emozioni degli anziani nel ritrovarsi nelle scene rappresentate o nei canti andati persi per anni, ho avvertito l’entusiasmo dei bambini che mai prima d’ora si erano interrogati sulle origini del loro paese o sugli usi dei propri nonni, ho potuto constatare quanto il senso di appartenenza a una comunità o a un gruppo renda i suoi membri coesi tra loro pur conoscendosi appena o non conoscendosi affatto. Ho riflettuto a lungo sul valore che la memoria ha nella definizione dell’identità, una memoria non solo diretta, come possono essere i nostri ricordi personali ma anche la memoria altrui, la memoria degli anziani, e addirittura la memoria del paese, dei suoi monumenti o elementi naturali.
La messa in scena delle origini, del passato, ha fatto insorgere nei singoli individui un senso di solidarietà reciproca e cooperazione, ha fatto emergere un’identità comunitaria che stava andando persa.
Il percorso che ha condotto alla definizione della comunità ha riportato alla luce i simboli identificatori di questo paese morente e li ha mostrati, li ha resi pubblici e fruibili a tutti. È possibile che questo lavoro, attraverso il ruolo catartico del teatro possa essere uno stimolo per progettare il futuro armonico di una comunità? È possibile parlare di identità comunitaria fondata sulla memoria e sulle prospettive future? Antonio Tassinari, responsabile del progetto e storico attore del Teatro Nucleo che a Pontelagoscuro da ormai venti anni ha la sua sede nel Teatro Julio Cortázar, così si è rivolto agli spettatori a conclusione della prima dello spettacolo nell’ottobre scorso: “….noi tutti usciamo da questa esperienza comunitaria trasformati, noi che l’abbiamo vissuta, ma sono certo anche voi, che solo oggi l’avete condivisa. Questo ci insegna che la cultura, l’arte, il teatro possono, devono, sono un motore di trasformazione personale, collettivo, sociale.Ci donano la possibilità di praticare un altro mondo possibile, qui, adesso, nella comunità, per la comunità….”.
La Redazione di di Teatro.it
https://www.teatro.it/notizie/teatro/ritrovare-radici-ed-identita-di-un-paese-grazie-al-teatro