Il laboratorio, a cura di Natasha Czertok e attori e attrici del Teatro Nucleo, si inserisce nell’esperienza formativa che Teatro Nucleo porta avanti da cinquant’anni in ambito pedagogico, di ricerca teatrale, e intervento sociale, portando con forza la visione che il teatro sia una attività culturale globale e un bisogno originario dell’uomo. Osservare l’altro, osservare se stessi, vedere nell’essere visti non solo è costitutivo della situazione teatrale bensì determina ogni tipo di relazione umana.
La ricerca è guidata da alcune certezze di fondo: che il teatro è in grado di esprimersi ed esistere oltre la parola; che la qualità dell’atto teatrale risiede nell’intensità delle relazioni che riesce a creare tra attori e spettatori; che lo spettatore contemporaneo, formato in una civiltà elettronica e multimediale, ha bisogni, parametri e processi mentali diversi da quello cui era rivolto il teatro consegnatoci dalla Storia; che oltre agli spettatori che frequentano i Teatri del sistema, e che risultano una strenua minoranza in rapporto alla popolazione che sostiene il sistema con le proprie tasse, la maggioranza è pronta a diventare spettatore se e quando il teatro viene loro incontro.
“Dal corpo alla poesia in scena” ruota intorno ad alcuni principi base che vanno intesi come “contenitori” dai quali attingere nell’arco del laboratorio:
– Il training: preparazione del corpo inteso come sistema complesso corpo-mente-voce-respiro; elementi di teatro fisico, danza contemporanea, Butoh, teatro danza, lavoro vocale, lavoro sul testo, improvvisazione;
– Composizione coreografica individuale e in gruppo;
– La relazione con lo spazio teatrale nel suo complesso e con gli spazi urbani;
– La città, il corpo, la capacità di ascolto;
– L’ambiente urbano e l’ambiente naturale come luoghi di ricerca, esplorazione, visione.