Il Viaggio di Vega
Con Natasha Czertok, Martina Mastroviti, Lisa Bonini
Regia Natasha Czertok
Maschera e pupazzo di Alessandra Faienza
Aquiloni Maurizio Cenci -Vulandra
Costumi e scene Maria Ziosi con Gianandrea Munari
Disegno luci Franco Campioni
Produzione Teatro Nucleo
con il sostegno del MiC e della Regione Emilia Romagna
Il diario di Vega passando di mano in mano, di nipote in nipote, ha attraversato i secoli per arrivare fino a Matilde che oggi lo riceverà in dono dalla nonna per il suo compleanno.
Aprendolo scoprirà una storia dolorosa, che attraversa la santa inquisizione, superstizioni e sospetti legati al rapporto con la natura e con i culti arcaici femminili, una storia fatta di scelte difficili ma anche di incontri importanti e viaggi avventurosi. E’ arrivato il momento che Matilde sappia da dove viene e chi fosse Vega, la sua coraggiosa antenata.
Uno sguardo femminile sul mondo, il diario di una fuga che è anche il flusso di coscienza di una giovane donna alla ricerca della propria identità.
14 marzo 1643
“Viviamo in una casetta al limitare della foresta, nonna, io, il suo gatto e il mio coniglio. Vivevamo,
cioè. Ora non ci viviamo più. Mia nonna curava i malati , arrivavano ogni giorno nella nostra casa. Assisteva chi doveva nascere e chi doveva morire. Nascita o morte, era chiamata ad assistere nel passaggio da un mondo all’altro. Un giorno hanno iniziato a chiamarla strega…”
Inizia così il diario di Vega. Quando la nonna viene condannata a morte per stregoneria, Vega parte per sfuggire allo stesso destino, prima nelle campagne e poi su una nave che la porterà in un paese lontano, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove essere una persona nuova. Scopre però che non è facile fuggire e presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Superstizioni e sospetti legati al rapporto di Vega con l’amata foresta, dove si rifugia ogni volta che le è possibile e dove si addentra per raccogliere piante officinali, elemento indispensabile per la medicina dell’epoca ma la cui ricerca era strettamente collegata alla stregoneria.
Vega è però decisa a non farsi calpestare, per un crimine immaginario come la stregoneria, e con coraggio affronta tutti gli ostacoli senza mai rinunciare alla sua vera essenza.
I linguaggi scelti per questo “spettacolo di formazione” sono il teatro danza e il teatro di figura.
Maschere, marionette e attrici in carne ed ossa si avvicendano sulla scena per dare vita a due dimensioni: quella del presente, il salotto della nonna di Matilde, e quella del passato e dell’immaginazione di Matilde. Il diario è il limen attraverso il quale scopriamo una storia che ci parla di antiche persecuzioni non senza farci riflettere su quelle di oggi, riservate alle donne e non solo.