LUCI (1980)
Spettacolo di strada
Diretto da Cora Herrendorf e Horacio Czertok
In scena (si indicano complessivamente gli attori che si sono avvicendati nelle diverse “riprese”) Fabrizio Bonora, Nicola Dentamaro, Elisa Di Domenico, Annarita Fiaschetti, Lisa Glahn, Cora Herrendorf, Bart Hogenboom,
Robert Jakobson, Coco Leonardi, Marcello Monaco, Antonio Muñoz Gomis,
Paolo Nani, Silvia Pasello, Puccio Savioli, Harald Schmidt,
Sabine Schmidt, Sigmar Schroeder, Antonio Tassinari, Nicoletta Zabini
Per potere strappare il teatro dalla situazione di rituale culturale dobbiamo renderlo nuovamente necessario. È stato soprattutto nella scelta della strada come luogo teatrale che abbiamo cominciato a verificare una parità nell’equazione “necessità per l’attore/necessità per lo spettatore”.
Lo spettatore di strada non è uno spettatore abituale: è un non-spettatore per eccellenza. Si ferma ad assistere alla rappresentazione soltanto qualora essa gli solleciti la necessità di parteciparvi e, visto che non è costretto ad alcuna convenzione rituale, rimane soltanto qualora ciò che si svolge mantenga quella condizione di parità…
A questo si può contestare che la necessità di rimanere può anche essere una non-necessità di andarsene, ma il meccanismo che determina sia l’una che l’altra è pur sempre la curiosità. La curiosità, chiave dello stupore, movimento dello spirito sempre più precluso agli esseri civilizzati…
Lo spettatore non-abituale lascia svolgersi in sé l’azione dello stupore, che entra in risonanza attiva con l’azione dell’attore… ne risulta una situazione di alta carica energetica che dà all’insieme di persone nell’esercizio dell’attività creativa un senso di appartenenza e solidarietà che pochi altri avvenimenti oggigiorno riescono a trasmettere: certi spettacoli sportivi, alcune manifestazioni politiche…
Recensioni
“…c’è più legno di teatro nel corpo di ognuno degli attori del Teatro Nucleo che nella pedana di un qualsiasi palcoscenico…”
( La Gaceta, Bilbao (ES), 24/8/86 )
“…tutti hanno applaudito a lungo, un poco sorpresi che tutto fosse già finito, sorpresi di ritrovare quei luoghi familiari agli abitanti di Blois, per sempre cambiati…”
( Le Nouvelle Republique, Blois (F), 21/6/84 )