Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto
Regia di Horacio Czertok e Marco Luciano
Drammaturgia Marco Luciano
In scena Horacio Czertok, Natasha Czertok, Rachele Falleroni Bertoni, Greta Falleroni Bertoni, Marco Luciano, Francesca Mari, Veronica Ragusa, Nicolo Ximenes, Anidia Villani
Scene e costumi Teatro Nucleo con la collaborazione di Maria Ziosi, Chiara Zini e RedoLab Design
Musiche dal vivo a cura di Stefano Galassi (contrabbasso) con Simona Barberio e Guglielmo Ghidoli (violini) e Luca Chiari (chitarra).
Produzione Teatro Nucleo
In collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS
L’iniziativa è realizzata grazie al contributo FUS – Progetti Speciali Teatro 2021 della DG Spettacoli del Ministero della Cultura e ha il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Si ringrazia per la collaborazione il Teatro Comunale di Ferrara.
Teatro, circo contemporaneo, danza e musica dal vivo sono i linguaggi scelti per rendere omaggio – attraverso il meccanismo scenico del “teatro nel teatro” – a “L’Ester, tragedia tratta dalla Sacra Scrittura”, scritta da Leone da Modena, celebre rabbino ed intellettuale vissuto nel ghetto di Venezia.
Lo spettacolo crea un cortocircuito dai risultati sorprendenti e fa dialogare l’opera dedicata a Ester, grande eroina della Bibbia, con le avventurose vicende dell’autore della trasposizione teatrale.
La tragedia di Leone da Modena è infatti ispirata alla saga di Ester, Regina di Persia, importantissimo personaggio della tradizione ebraica, che con il suo coraggio riuscì a salvare il popolo ebraico, imponendosi in un mondo governato da uomini. Le sue gesta vengono celebrate durante la festa di Purim, attraverso la lettura della Meghillah, il rotolo di pergamena finemente illustrato che racchiude la sua storia.
La donna, celando la sua identità ebraica e sposando il re Assuero, strappò dalla morte certa il suo popolo, sul quale pendeva la condanna a morte ordita dal perfido consigliere del sovrano, Aman.
Recensioni
IL TEATRO È L’ARTE DI LOTTARE. SU QINÀ SHEMOR DI TEATRO NUCLEO – Michele Pascarella, Gagarin Magazine
23 Febbraio 2022“Per circoscrivere il discorso, della Storia e della Tradizione di Teatro Nucleo ritroviamo in Qinà Shemor alcuni elementi costitutivi: il femminile guerriero, tòpos e stilema (o meglio: attitudine) che da sempre accompagna il lavoro e caratterizza le produzioni dell’ensemble; il teatro di strada, in questo caso evocato con il prologo e l’epilogo agito in proscenio, a sipario chiuso, da una banda, sconclusionata e poetica, di musici-imbonitori-saltimbanchi; l’immaginario popolare, che si realizza in grandi scene e composizioni corali (in Qinà Shemor ben diciannove persone di tutte le età agiscono in scena […]; all’arte affabulatoria (che in questo spettacolo ha spazio in primis attraverso il già citato Horacio Czertok di cui ricordiamo il donchisciottesco Contra Gigantes […]); l’ibridazione di lingue sceniche diverse (qui circo contemporaneo, danza, musica dal vivo, canto, teatro fisico e di parola).
Un’attitudine che nell’attività curatoriale della Compagnia si manifesta anche nel loro Totem Arti Festival, poi divenuto Totem Scene Urbane, a significare -tra plurali fenomenologicamente significanti e peculiarità degli spazi attraversati- il rapporto biunivoco con la Storia e le storie che, dall’arrivo di Teatro Nucleo a Ferrara per lavorare nel manicomio della città fino a questo allestimento, emerge con nettezza.
Su tutto (e a render tutto plausibile): il pervicace posizionamento al centro del fatto teatrale dell’energia dell’attore in scena, affinata in anni di rigoroso training e pratica dell’attenzione al mondo circostante, della scena et ultra.”
Link all’articolo completo: https://www.gagarin-magazine.it/2022/02/visto-da-noi/il-teatro-e-larte-di-lottare-su-qina-shemor-di-teatro-nucleo/
QINÀ SHEMOR: TEATRO NUCLEO E MEIS PER RICORDARE LA FIGURA DI LEONE DA MODENA – Renzo Francabandera, Paneacquaculture
28 Febbraio 2022“Il tema della creazione quindi è da un lato un fatto tutto teatrale, un allestimento scenico evocato con poesia e ricchezza di costumi e pregevoli realizzazioni artigianali per le maschere dei personaggi, dall’altro una sorta di elogio della conoscenza, mezzo attraverso cui combattere l’oscurantismo, la diffidenza e l’odio verso l’altro. […] Il fatto scenico è dinamico, specialmente per le azioni corali, pregevoli le ricostruzioni filologiche dei costumi e il movimento, caratteristiche sempre vive nelle produzioni di Nucleo.
La drammaturgia di Marco Luciano cerca di dare qualche cenno sia sulla vita di Leone che sulla vicenda di Ester cui la scrittura di Leone si ispira, e che avvicina fatti che nel testo biblico sono anche temporalmente distanti.
Rimane comunque centrale l’istanza divulgativa e di accessibilità, su cui si inseriscono alcune non banali ricercatezze sia di documentazione che di realizzazione scenica, e in quest’ottica sicuramente la creazione ha una sua riuscita, sia come azione collettiva e inclusiva di linguaggi, sia dal punto di vista dello sguardo, con alcune scene visivamente intense, che avvicinano in modo gentile alcuni temi della tradizione ebraica.”
Link all’articolo completo: http://www.paneacquaculture.net/2022/02/28/qina-shemor-teatro-nucleo-e-meis-per-ricordare-la-figura-di-leone-da-modena/
”Qinà Shemor è uno spettacolo che si innesta nella tradizione ebraica e la divulga, la spiega, la rende vicina al nostro sentire. Se conoscenza è sinonimo di annullamento di conflitto, allora lo spettacolo di Teatro Nucleo e Meis è ciò di cui tanti, oggi, hanno ancora un gran bisogno perché abbattere barriere (rispetto al passato e al presente), infatti, è qualcosa di cui si sente ancora estrema necessità.”
Recensione di Michele Govoni
Link all’articolo completo: Quinà Shemor, la tradizione ebraica diventa spettacolo che abbatte barriere | estense.com Ferrara