La tradizione dell’impossibile: nasce il Progetto “Terzo Teatro e Teatro di Gruppo” un progetto Fondazione Barba Varley, Teatro Nucleo e Fondazione Dario Fo e Franca Rame
Esiste un teatro che cambia costantemente le sue strategie di azione riappropriandosi dei contesti sociali più difficili (le periferie, le carceri, comunità rurali, cliniche psichiatriche, etc.), cercando di ridurre le distanze fra gli esseri umani, promuovendo il dialogo e lottando contro le logiche di esclusione.
Il progetto “Terzo Teatro e Teatro di gruppo” vuole portare all’attenzione del pubblico l’enorme impatto che la cultura del Terzo Teatro, e più in generale del teatro di gruppo, ha avuto in termini non soltanto artistici, ma anche accademici, politici, antropologici ed economici nella società italiana e mondiale. Sottolineare la capacità di queste entità produttive di trasformare in maniera indipendente l’arte teatrale in bene indispensabile per le comunità che ha attraversato.
Da un lato quindi la memoria, la storia, l’analisi di quanto il Terzo Teatro e i gruppi teatrali hanno trasformato i destini del teatro in Italia e nel mondo; dall’altro una riflessione sul presente, cosa rappresenta oggi il Terzo Teatro e il teatro di gruppo per il “sistema spettacolo”; che indotto genera in termini non soltanto economici ma anche dal punto di vista dell’innovazione dei linguaggi, della sperimentazione imprenditoriale, della capacità di lavorare sui territori. La trasformazione dei principi politico/poetici intorno ai quali i gruppi, storicamente, si sono formati e hanno creato le basi per la propria esistenza.
“Terzo Teatro e Teatro di Gruppo” è una definizione nella quale si riconosce un universo costituito da gruppi di artisti portatori di un’etica sociale e di una vocazione nell’arte dell’attore, diversi dal teatro d’avanguardia.
Il progetto “Terzo Teatro e Teatro di Gruppo” si pone l’obbiettivo di creare reali spazi di riflessione sul ruolo dell’artista nella società contemporanea, spazi dedicati ad artisti e gruppi affermati ed emergenti dove si possa concretizzare un ampio dibattito sul tema, in piena ottemperanza degli obiettivi fondanti delle organizzazioni protagoniste di questo esperimento culturale.
Il percorso si snoderà in diverse tappe fra Ferrara, Santa Cristina di Gubbio e Lecce, in programma seminari, incontri e spettacoli per realizzare una rete di persone che – citando il manifesto del terzo teatro scritto da Eugenio Barba nel 1976 – usano il teatro come un ponte – sempre minacciato – fra l’affermazione dei bisogni personali e l’esigenza di contagiare con essi la realtà che li circonda.
Il progetto, nato dalla collaborazione di tre importanti realtà della cultura italiana e internazionale e finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito dei Progetti Speciali 2023, si propone di indagare “La base dell’iceberg” di questo mondo, con l’obbiettivo di eseguire, tra gli altri obbiettivi, una ricognizione dei gruppi indipendenti che operano sul territorio nazionale: quanti sono? Come vivono (o sopravvivono)? E perché? Parallelamente, si propone di aprire una porta di analisi sui “teatri perduti”, sull’indiscutibile patrimonio culturale che a partire dagli anni ‘80 si era venuto a formare sul territorio italiano grazie a gruppi e compagnie che animavano i tessuti sociali con attività straordinarie e che per una ragione o per l’altra sono scomparsi.
Leggi l’articolo di Manuela Rossetti – Progetto Terzo Teatro e Teatro di Gruppo: quale presente e quale futuro?